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Andrea Bogoni

Grazie Moto Guzzi



Non esiste un mandellese senza almeno un parente che lavori alla Moto Guzzi, dicevano.


Un luogo comune che non mi è mai risultato troppo simpatico, forse perché poco inclusivo, più probabilmente perché mi faceva sentire una strana eccezione.


Del resto, con madre toscana e padre veneto, di mandellese c’era ben poco in me. Nemmeno ci ero nato a Mandello, io.


Eppure, fissato di motori com'ero, ogni volta che passavo davanti a quel cancello rosso, pensavo che un giorno o l'altro avrei dato il mio contribuito alla mitica fabbrica di motociclette che avevo la fortuna di avere come concittadina.


Così, quando il professore mi chiese se ci fosse qualche marca in particolare sulla quale avessi voluto incentrare la mia tesi di laurea la risposta fu ovvia, tanto ovvia che mi venne estremamente naturale aggiungere che sarebbe stato necessario un periodo di tirocinio in azienda. E così, su due piedi, mi scrisse una lettera di referenze che consegnai personalmente in via Parodi il giorno stesso. Qualche settimana dopo entrai in azienda da umile stagista pieno di entusiasmo. Come effetto collaterale mi sentii definitivamente adottato dallo stesso paese nel quale in fondo ero cresciuto. Ero raggiante, o almeno così mi sentivo.


Da quel giorno sono passati quasi sedici anni. Non posso dire di aver contribuito allo sviluppo dell’azienda durante il mio breve stage, semmai viceversa: la Guzzi, lei si ha contribuito al mio sviluppo professionale e personale.


E così per il suo centenario, che cade proprio oggi, voglio dirle di nuovo grazie. Grazie Moto Guzzi.

E grazie in particolare a tutti coloro che mi accolsero in azienda nell'estate del 2005: Stefania Galli, Fabio Censuales, Lara Valenti, Diego Manzoni, Gabriella Stropeni, Serafino Valsecchi e Fulvio Parisatto che tristemente scomparve solo pochi anni dopo.


Quasi dimenticavo: da quando sono sposato ho acquisito un parente che fu progettista in Moto Guzzi. Non potrei essere più mandellese di così.


 

Riflessioni di marketing:


1) A volte il valore di una marca si costruisce in modo indipendente dalle strategie di marketing dell'azienda.

In questo caso sono la storia e il prodotto stesso a fare il brand. Il mito Guzzi si é sviluppato quando Kotler ancora doveva imparare a parlare, e anche dopo il marketing non é mai stato il focus dell'azienda di Mandello del Lario, tuttavia il marchio dell'aquila continua ad affascinare centinaia di migliaia di motociclisti in tutto il mondo.


2) Un brand forte può salvare l'intera azienda in momenti difficili.

La travagliata storia societaria della Guzzi ha visto anni bui, dove l'affidabilità dei prodotti era calata livelli inaccettabili, mentre lo spirito innovativo era stato completamente represso. In quegli anni se l'azienda é sopravvissuta lo si deve agli appassionati che hanno continuato a rimanere fedeli alla marca in quanto tale.


 

Alcuni dei miei classici Guzzi preferiti:


Moto Guzzi Stelvio (2007 - 2016)


Moto Guzzi Griso (2005 - 2016)


Moto Guzzi Daytona 1000 (1992 - 1999)


Moto Guzzi 850 Le Mans (1976 - 1978)



 

Credits: - Versione inglese di Paris Nobile

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